E' accertato
storicamente, che la coltivazione dell'olio risale ad almeno 6000 anni
fa.
Fanno fede racconti tradizionali, testi religiosi e rinvenimenti archeologici.\rProbabilmente
la pianta ebbe il suo habitat originario in Siria, e qui venne trasformata
da pianta selvatica in specie domestica.
Dalla Siria giunse alle isole dell'Egeo, alle assolate colline dell'ANATOLIA,
fino ad essere trapiantata in Grecia, dove trovò una inaspettata
fortuna e applicazione.
I Greci stessi, con ogni probabilità, piantarono uliveti sulle
terre costiere della Puglia, della Calabria, della Sicilia e della Campania.
C'è pure chi sostiene che la prima regione italiana dove si coltivarono
gli ulivi fu la Liguria;
qui le piante sarebbero state portate dai crociati dopo il mille, avendole
conosciute in Palestina.
Gran parte del merito di aver fatto sopravvivere per tutto il medioevo
la coltura dell'olio in Italia si deve ad alcuni ordini religiosi monastici.
Infatti i contadini e operai agricoli che tendevano ad abbandonare le
terre che avevano lavorato per secoli, furono persuasi dai monaci a
dedicarsi a colture più redditizie, quali ad esempio l'ulivo,
per farli riscattare da uno stato di grande povertà in cui versavano.
Tale fenomeno ha condizionato fino ai giorni nostri dove la coltivazione
dell'ulivo è una delle più importanti dell'area del mediterraneo.
La bellezza dell'olivo è cantata spesso dai poeti dell'antico
testamento, ed è stato considerato sacro da molte popolazioni
e non soltanto forse, per il suo apporto calorico ma per la sua stessa
natura di pianta resistente e longeva D'altra parte, che fosse per gli
Ebrei un simbolo è chiarito anche dall'episodio della colomba
che torna all'arca di Noè tenendo nel becco un rametto di olivo.
L'olio era considerato come immagine di prosperità, gioia , amicizia,
simbolo di forza e di saggezza.Per chi abitava in quei paesi, l'olivo
era veramente una fonte di ricchezza: si consumavano i suoi frutti crudi,
il suo olio eccellente, ed era d'uso normale in medicina, come cosmetico
e come coadiuvante nei massaggi e inoltre usato nelle unzioni dei sovrani
e dei potenti.Un uso curioso che se ne fece fu l'impiego per la preparazione
del sapone.Tuttavia l'olio rimase pur sempre un alimento raro e raffinato
che non tutti potevano permettersi e il suo grande valore alimentare
è rimasto inoltrato nel tempo fino ad arrivare ai giorni nostri.
Nell'antichità
l'estrazione dell'olio era così effettuata: dopo la raccolta,
come prima operazione, la polpa doveva essere separata dal nocciolo;
dato che la buccia dell'oliva è abbastanza tenace, la separazione
veniva effettuata mediante lo schiacciamento del frutto che veniva in
seguito pressato.
Successivamente
, si poteva effettuare una seconda e terza pressatura, ognuna di qualità
inferiore alla precedente, in tal modo si avevano tre qualità
di olio: la prima, per cucinare, le altre per uso di cosmesi e preparati
da toeletta. Sempre nei tempi antichi era usata anche un'altra procedura
per ottenere olio di qualità, quello che oggi noi chiamiamo extra
vergine, e cioè si evitava la pressatura: le olive erano semplicemente
depositate in una cesta da cui l'olio cadeva goccia a goccia in un recipiente;
oppure, la quantità raccolta era sistemata in un vano roccioso
a forma di cupola da cui l'olio colava attraverso un foro praticato
in basso, e in tutti due i casi era lo stesso peso delle olive che le
spremeva.
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